Eclissi solare di venerdì 20 marzo, grande attesa per il fenomeno astronomico e per il suo impatto sul sistema elettrico europeo ed italiano: intervista agli esperti di Terna.
Cresce in tutt’Europa, e anche in Italia, l’attesa per l’eclissi solare divenerdì 20 marzo che sarà totale alle isole Fær Øer e alle isole Svalbard. L’oscuramento del disco solare da parte della luna sarà molto significativo su tutto il continente europeo, oltre che su parte di Africa ed Asia. Il cono d’ombra proiettato dalla Luna sulla Terra, oscurerà i cieli trasformando il giorno in notte al punto che su gran parte del continente sarà possibile ammirare le stelle durante la mattinata di venerdì 20. Questo fenomeno atmosferico, infatti, viene tradizionalmente chiamato “Sole Nero“.
Come possiamo osservare nella mappa accanto, l’oscuramento del sole raggiungerà il 98% in Islanda, il 97% in Scozia, il 96% in Norvegia, il 94% in Irlanda, il 90% in Inghilterra, Svezia e Finlandia. A Londra e Copenaghen la copertura sarà dell’84%, a Berlino e Amsterdam dell’81%, a Parigi del 78%, a Varsavia del 72%, a Madrid e Milano del 67%, a Mosca del 58%, a Roma del 54%. L’eclissi interesserà anche il nord Africa con oscuramento del 54% a Casablanca in Marocco e del 53% ad Algeri. Più ai margini l’Egitto (6% al Cairo), così come Grecia e Turchia dove comunque ci sarà un oscuramento superiore al 30% tra Atene e Instanbul.
Già nota come “Equinox Eclipse” perchè si verificherà proprio nel giorno dell’equinozio di primavera, bloccherà circa il 90% della luce solare sull’Europa e sarà l’evento più rilevante degli ultimi 16 anni, il primo da quando gli impianti fotovoltaici producono fino al 15% dell’approvvigionamento energetico di alcuni Paesi europei.
I gestori dei sistemi elettrici hanno già lanciato l’allarme: l’evento potrebbe causare problemi sulla rete energetica europea, perché sono tantissimi ormai i Paesi che fanno affidamento sull’energia solare con percentuali elevatissime di approvvigionamento fotovoltaico: “il rischio di incidenti non può essere del tutto escluso” hanno spiegato i portavoce dell’ENTSO-E (European Network of Transmission System Operators for Electricity, Rete Europea dei Gestori di Sistemi di Trasmissione Elettrica).
Ci sono già state eclissi di sole in passato, ma ciò che rende diversa quella del prossimo 20 marzo è lo spettacolare incremento, avvenuto per lo più nell’ultimo decennio, della quantità di energia elettrica generata dai pannelli fotovoltaici. Si consideri che l’energia solare nel 2002 copriva lo 0,1% di tutta l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili in Europa, ma da allora è cresciuta fino al 10,5%: “una quantità non trascurabile di unità di produzione elettrica collegate alla rete sono fortemente sensibili alle variazioni dell’irraggiamento solare. Questa eclissi sarà un test inedito per il sistema elettrico europeo.”
“Tutta l’Europa è interessata, direttamente o indirettamente” aggiungono dall’ENTSO-E, ma i Paesi più a rischio sono quelli dove il fotovoltaico ha un ruolo importante, come ad esempio laGermania, che ricava un quarto della sua elettricità dall’energia verde, tra fattorie eoliche e pannelli solari. L’associazione europea Entso-E ha deciso di presentare una serie di misure per contrastare la possibilità di blackout energetici. In Italia Terna – che proprio ieri ha lanciato nuove regole per la sicurezza dell’ambiente– ha attivato per la prima volta la procedura d’emergenza prevista dal Codice di Rete di Trasmissione Nazionale, disponendo il distacco per 24 ore di tutti gli impianti eolici e fotovoltaici da 100 o più kW proprio per “evitare problemi di equilibrio delle reti per via della rapida interruzione della produzione dei circa 18 GW fotovoltaici installati in Italia“. L’Entso-E, la Rete Europea che unisce 41 gestori di rete in 34 paesi, ha previsto in Italia una riduzione del 21% della produzione nel momento di massimo oscuramento e del 50% in Germania per un totale di circa 34 GW.
Ai microfoni di MeteoWeb, il responsabile di Gestione e Ingegneria del Sistema Elettrico di Terna Enrico Carlini e il responsabile del Centro Nazionale di Controllo di Terna Antonio Carrano, hanno illustrato nel dettaglio le motivazioni di questo provvedimento. “Quando s’è verificata l’ultima eclissi solare, nel 1999, non c’era una così significativa produzione di energia solare, quindi non abbiamo grosse esperienze su come il sistema elettrico possa reagire a questi eventi” spiega Carlini. “E’ un primo banco di prova non solo per l’Italia, ma soprattutto per l’Europa continentale, con cui l’Italia è interconnessa. Precisamente, l’Italia è legata a Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, e ognuna di queste nazioni è interconnessa ad altre. Quindi siamo tutti in un unico sistema energetico che non conosce confini geografici e politici. L’eclissi coinvolgerà tutta l’Europa continentale, dalle 08:40 italiane quando inizierà in Portogallo e Spagna fino alle 12:40 sempre italiane, quando si concluderà in Polonia. Durerà, quindi, circa 4 ore. In Italia l’oscuramento solare sarà tra le 09:15 e le 11:45, quindi potremo vedere gli effetti in quelle due ore e mezza“.
“I flussi di energia non conoscono confini geografici – aggiunge ancora Carlini – e il fenomeno dell’eclissi va visto nel suo complesso a livello dell’Europa continentale. Gli sbalzi dovuti all’anomalia dell’irragiamento solare per l’eclissi potrebbero innescare flussi non programmati di energia da un Paese all’altro“. La Germania ha circa 40 mila megawatt, l’Italia 19 mila megawatt, poi abbiamo poi Repubblica Ceca, Francia, Spagna e Belgio. In Italia e Germania il fabbisogno medio annuo dall’energia fotovoltaica ha ormai raggiunto il 10–12%, ma è un dato medio: significa chenelle ore centrali e più luminose delle giornate di bel tempo, come appunto sarà venerdì 20 marzo in tutt’Italia e su gran parte d’Europa, la percentuale di produzione di energia solare cresce fino al 30-40% del fabbisogno complessivo.
“I principali effetti sui sistemi si verificheranno in Italia e in Germania, con una riduzione della produzione fotovoltaica dovuta all’eclissi per la diminuzione dell’irraggiamento solare a cui seguirà una risalita molto veloce della stessa produzione. Queste variazioni di produzione non fanno bene ad un sistema elettrico che deve essere in equilibrio, con una produzione pari al carico in ogni istante, affinché tutto ciò che viene prodotto venga assorbito. Le oscillazioni di produzione possono portare ad oscillazioni di frequenza e di flussi di energia tra Paesi. Come dicevamo è un banco di prova importante” spiega il responsabile di Gestione e Ingegneria del Sistema Elettrico di Terna.
Un’eclissi solare come quella di venerdì 20 marzo, chiaramente, non si può paragonare ad un’ondata di maltempo e alle nubi che possono oscurare il sole nella routine quotidiana.
“Innanzitutto non è mai esistita un’ondata di maltempo contemporanea di quattro ore in tutto il territorio europeo: le nubi possono oscurare il sole in aree molto più localizzate e per brevi periodi, stavolta invece verrà oscurato in tutt’Europa e per un lungo lasso di tempo. Inoltre i pannelli fotovoltaici funzionano anche con il maltempo, perché la produzione arriva sia dall’irraggiamento diretto che da quello indiretto, quindi anche quando c’è maltempo e ci sono nuvole, i pannelli non smettono di funzionare perchè comunque c’è un irraggiamento, sicuramente inferiore rispetto a quello delle giornate di cielo sereno, ma di gran lunga superiore all’oscuramento provocato da un’eclissi che andrà proprio ad eliminare l’irraggiamento come se fosse notte. L’eclissi stoppa proprio l’arrivo dei raggi sulla Terra, non ha nulla a che vedere con una semplice giornata nuvolosa. Poi bisogna considerare la rapidità con cui si verifica il fenomeno. Non si può assimilare l’oscuramento al tramonto, o poi la ripresa dopo l’eclissi all’alba. Tramonto e alba sono molto più lenti rispetto alla velocità con cui il sole verrà prima oscurato, e poi comparirà nuovamente venerdì 20. Stavolta i sistemi elettrici devono inseguire un fenomeno profondamente diverso” spiega Antonio Carrano, responsabile del Centro Nazionale di Controllo di Terna.
Gli esperti di Terna hanno poi illustrato come l’Italia sia uno dei pochi Paesi in Europa checomprende le fonti rinnovabili all’interno del proprio Piano di Difesa del sistema elettrico. Proprio le fonti rinnovabili, infatti, con le loro modulazioni possono contribuire alla sicurezza della difesa del sistema. Proprio in quest’ottica è stato disposto il distacco per 24 ore di tutti gli impianti eolici e fotovoltaici da 100 o più kW. “Anche di quelli eolici perchè non è possibile distinguere le immissioni che arrivano dall’eolico, è considerata una “fonte rinnovabile” insieme al fotovoltaico, anche se la produzione eolica è estremamente piccola rispetto al fotovoltaico, e non è detto che gli impianti producano, perchè venerdì è prevista una produzione eolica estremamente bassa con venti praticamente assenti o molto deboli su tutto il territorio italiano. E’ opportuno precisare come prima di arrivare a limitare le fonti rinnovabili, abbiamo già preso una serie di misure come la riduzione dell’import dalla frontiera nord, la massimizzazione della riserva primaria, secondiaria e terziaria da fonti convenzionali, abbiamo ridotto al minimo tutte le indisponibilità sulla rete di trasmissione e annullato tutti i lavori di manutenzione per avere una rete completamente integra. Soltanto come ultima risorsa abbiamo fatto ricorso alla procedura RIGEDI (Riduzione della Generazione Distribuita), che non avevamo mai attivato prima e che applicheremo soltanto per le condizioni di emergenza di un giorno. Le fonti rinnovabili contribuiscono alla sicurezza del sistema nel suo complesso. E’ una procedura di estrema emergenza, mai applicata fino ad ora, ma fondamentale per modulare l’applicazione delle fonti rinnovabili ed avere sicurezza e stabilità del sistema, grazie alla flessibilità che le fonti rinnovabili danno al nostro sistema“.
Chiaramente anche gli altri Paesi si stanno attrezzando per affrontare l’eclissi nel modo migliore possibile. Ogni Paese ha cercato di massimizzare tutte le riserve necessarie per far fronte a questa variazione così repentina della produzione fotovoltaica. “Tutti guardiamo con attenzione alla Germania che ha un’installazione di fotovoltaico di gran lunga superiore a tutti gli altri Paesi. I colleghi tedeschi potranno ricorrere al distacco in tempo reale, se lo faranno lo sapremo venerdì. Noi abbiamo fatto il massimo” concludono Carlini e Carrano.
di: Peppe Caridi