Impetuose burrasche di maestrale si preparano a sferzare la Sardegna e la Sicilia.
Il secondo nucleo di aria piuttosto fredda, di origine polare marittima, che sabato ha investito il Regno Unito, portando tanto freddo e nevicate fino al piano, nel corso della serata di ieri è riuscito a sfondare sul Mediterraneo centrale, traboccando con forti raffiche da NO sia dalla porta di Carcassonne che dalla valle del Rodano. Proprio in queste ore, con l’ingresso del nucleo freddo di aria polare marittima, forti raffiche di “mistral” stanno spazzando l’area della foce del Rodano, con punte che raggiungono gli 80-90 km/h. Lo sfondamento del nucleo di aria fredda polare marittima dalla porta di Carcassonne e dal Rodano sta già attivando vere e proprie bufere di maestrale che causeranno un sensibile rinvigorimento del moto ondoso (mari da agitati a molto agitati) e l’interruzione dei collegamenti marittimi con le isole minori.
Già in queste ore, grazie al fitto “gradiente barico orizzontale” che si è realizzato fra l’Italia e la Spagna, le prime burrasche da O-NO e NO, in uscita dal delta del Rodano, cominciano ad aprirsi a ventaglio sul Mediterraneo, propagandosi molto rapidamente verso il mar di Sardegna, Canale di Sardegna, per poi piegare più verso O-NO e Ovest a ridosso dell’omonima isola, penetrando attraverso sostenute burrasche dai quadranti occidentali in direzione del Canale di Sicilia e del settore più occidentale del basso Tirreno. Attualmente la maestralata, dopo essersi propagata al Golfo del Leone e al mar di Sardegna, ha già abbordato le coste occidentali dell’isola, con le prime forti raffiche da NO sul sassarese e oristanese. La stazione di Capo Caccia pochi minuti fa, nel metar delle 01:00 AM, ha registrato una raffica di picco di ben 94 km/h da NO.
Segno che le prime “frustate” del maestrale hanno già raggiunto l’isola, puntando il Tirreno centro-meridionale e la Sicilia, prossimo obiettivo della maestralata. Difatti nel corso della mattinata, grazie alla traslazione dei massimi di “gradiente barico” in prossimità del Canale di Sicilia e sul basso Tirreno (con un fitto addensamento di isobare fra la Sicilia e le coste tunisine), le intense burrasche da O-NO cominceranno a spingersi sul Canale di Sicilia, interessando anche il basso Tirreno e la Sicilia, che verrà sferzata da forti correnti occidentali che diverranno particolarmente impetuose fra il trapanese, il palermitano, il messinese e il litorale agrigentino, dove si potranno misurare picchi di oltre i 70 km/h (localmente anche più di 80 km/h sui litorali della Sicilia settentrionale).
Ma i venti più intensi investiranno il mar di Sardegna, il Canale di Sardegna e il basso Tirreno, lì dove per buona parte del giorno il furioso vento di maestrale spirerà oltre forza 8-9 della scalaBeaufort, con raffiche in grado di toccare i 100 km/h sulle coste più meridionali del cagliaritano (in particolare nell’area di Capo Carbonara) e picchi sopra gli 80 km/h fra il palermitano e il messinese tirrenico. Nel corso della mattinata i forti venti da Ovest e O-NO che investiranno la Sicilia e il basso Tirreno si sposteranno velocissimamente sullo Ionio e lungo il mar Libico, dove si alzeranno delle burrasche che daranno molto fastidio alla navigazione marittima, rendendo agitati a largo questi bacini.
Per vedere una sensibile attenuazione della sostenuta ventilazione bisognerà attendere fino alla tarda serata odierna, quando il graduale allentamento del “gradiente barico orizzontale” sui mari che circondano le nostre due isole maggiori. I fortissimi venti di maestrale e ponente che da domani investiranno i mari e i Canali attorno Sardegna e Sicilia, oltre a gran parte del medio-basso Tirreno, provocheranno un rapido incremento del moto ondoso, sollevando un imponente moto ondoso, molto insidioso per la navigazione marittima. Già dal tardo pomeriggio di domani, quando dal Rodano inizieranno ad affluire le prime burrasche da NO, il mar di Corsica, mar di Sardegna, ed in seguito pure il Canale di Sardegna e il Tirreno centro-meridionali, passeranno da molto mossi (forza 4) ad agitati (forza 5), fino a molto agitati (forza 6) a largo.
Ma dalla nottata di domani, quando le intense burrasche si propagheranno al Canale di Sicilia e al basso Tirreno in serata, presentando un “Fetch” (spazio di mare su cui soffia il vento) piuttosto esteso, il mar di Sardegna, Canale di Sardegna, e in seguito pure il Canale di Sicilia, diverranno molto agitati (forza 6), fino a localmente grossi (forza 7) a largo, in particolare nel tratto antistante le coste occidentali della Sardegna e le coste settentrionali dell’Algeria orientale e la Tunisia. Proprio qui i venti davvero impetuosi, che potranno superare forza 9 sulla scala Beaufort (come intensità media), alzeranno delle onde di“mare vivo” davvero alte, che oltrepasseranno i 4.0-5.0 metri, con “Run-Up” di gran lunga superiori. L’esteso “Fetch”, dal Golfo del Leone fino alle coste algerine e tunisine, favorirà la formazione di onde ripide e molto insidiose per la navigazione marittima, pronte ad estendersi dal pomeriggio al Canale di Sardegna e Canale di Sicilia, dove il mare diverrà agitato, fino a localmente molto agitato (forza 6) in nottata, con onde che supereranno i 4.0-5.0 metri di altezza.
Mareggiate di una certa intensità sono attese dalle prossime ore sulle coste sud-occidentali della Sardegna, in particolare sulle coste occidentali delle isole di San Pietro e Sant’Antioco, e dalla mattinata pure sulle coste della Sicilia occidentale, del messinese tirrenico e di tutta la Calabria tirrenica, con l’irrompere di ondate ben formate e alte anche più di 4.0 metri, ma con “Run-Up”fino a 5.0 metri sul basso Tirreno. Gran parte delle onde prodotte dalla maestralata, in uscita dal Golfo del Leone, dopo aver attraversato mar di Corsica e mar di Sardegna, tendano a spingersi verso le coste dell’Algeria orientale e del nord della Tunisia, dove nella giornata di lunedì sono attese consistenti mareggiate, specie nel tratto compreso fra Bejaia e Biserta. In questa tratto di costa l’impeto dei marosi sarà tale da produrre persino dei danni nelle aree già esposte al fenomeno dell’erosione costiera.
di: Daniele Ingemi
da: www.meteoweb.eu